TURANDOT


...nessuno riuscirà a conquistarla...



alessandro riccio


L’Incantata Pechino è inondata del sangue dei notabili dell’Impero Cinese.
Loro unica colpa è desiderare Turandot, algida Regina d’Oriente:
sua è la suprema bellezza dell’Infinito, mai ella lascerà che vile essere umano intacchi la sua perfezione.

Dall’alto della sua maestà, Turandot lancia la sfida: risolvere tre enigmi suggeriti dal Respiro del Drago.
Chi riuscirà, siederà sul trono della Cina e potrà avere lei in sposa.
Ma chi fallirà, cali la testa al cospetto del boia.

E così rotolano per le vie della Capitale le teste dei pretendenti, che la brama di potere
e la bassezza morale rendono incapaci di fronteggiare la contesa.
Solo Kalaf, principe in esilio e in cerca di riscossa, possiede il potere per afferrare
l’Assoluto e far sua Turandot. Nascosta nel petto egli porta l’arma
che sgretola gli Imperi e che uccide gli dèi: l’amore.

 

  costumi
ELEONORA SORRI
DANIELA ORTOLANI

allestimento scenico
VANESSA MANTELLASSI
MICHELE SIGNORI

elementi scenici
ELENA SARDELLI
DANILO CARIGNOLA

  regia
ALESSANDRO RICCIO

scritto da
GIACOMO GALLETTI

aiuto regia
ALESSANDRO CEVENINI

produzione
DAVIDE MORENA

 

 

Ministri in scena Alessandro Riccio Livia Maddalena Daniel dwerryhouse

 

La sfida tra Kalaf e Turandot è la sfida tra l’umano e il divino,
tra la passione devastante e la gelida trascendenza.
Una sfida che ammette due soluzioni: entrambi sconfitti, o entrambi vincitori.
Perché il destino del mondo, terreno o celeste che sia, ruota attorno all’Amore, signore e padrone di tutto.

Il testo di Giacomo Galletti dà alla storia nuova luce, tenendo presenti
tutti gli illustri precedenti (Turandot nasce tra le pagine de Le Mille e Una Notte,
per incarnarsi successivamente nella versione teatrale di Carlo Gozzi nel settecento,
diventando poi tragedia con Schiller e commedia amara con Bertold Brecht
oltre alla popolarissima opera Pucciniana) ma ricercando e trovando una sua estrema originalità.

La forza visiva di Alessandro Riccio ne è perfetto compendio al fine di evocare
una Cina incantata e mitologica, quella dei sogni degli occidentali piuttosto che della ricostruzione storica.

Il tutto finemente impreziosito dalle atmosfere sonore di Alessio Riccio,
impegnato da anni in un percorso di riscoperta della musicalità primordiale
attraverso la scultura sonora, e dai costumi di Eleonora Sorri e Daniela Ortolani,
magnificenti drappi fiabeschi che sono essi stessi una presenza viva sulla scena.

 

COSTUMI E SCENOGRAFIA

 

                   kalaf daniel dwerryhousekalaf daniel dwerryhouse turandotturandot chiara ciofini 1